La Cà d'Oro, abbreviazione di “casa d'oro”, venne così denominata per la preziosa doratura che ricopriva le superfici esterne dell'edificio ed in particolar modo della facciata. La Cà d'Oro di Venezia nacque per volere di Marin Contarini, un noto magistrato della Serenissima, che fece ampliare l'antico Palazzo Zeno con l'annessione di uno più piccolo attiguo; si occuparono della realizzazione del nuovo edificio i fratelli Giovanni e Bartolomeo Bon nel 1442. La Cà d'Oro di Venezia è uno dei più piccoli edifici storici di Venezia ma è anche il più prezioso per le pregiate rifiniture che donano al palazzo una peculiarità unica al mondo.

La facciata della Cà d'Oro di Venezia è di forma asimmetrica proprio perché creata con l'unione di due edifici attigui di differente altezza, inoltre presenta una loggia nel pianterreno e due esafori traforati nei piani superiori.

Fra le tante decorazioni scultoree della Cà d'Oro di Venezia risalta in particolar modo allo sguardo del visitatore lo stemma di pietra di notevoli dimensioni posto sulla facciata e realizzato secondo lo stile gotico veneziano.

Purtroppo la Famiglia Contarini, committente della Cà d'Oro di Venezia, cadde in disgrazia e nel XIX secolo il palazzo veniva ceduto per pochi soldi e spesso i nuovi acquirenti non si preoccupavano della manutenzione e del restauro della nuova residenza.

Nel 1916 il barone torinese Giorgio Franchetti donò la Ca'd'Oro allo stato italiano, della donazione facevano parte anche le opere custodite all'interno eseguite da artisti come: il Mantegna, Tiziano e del Guardi.